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Utente TECH 007

da Tech 007

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8 marzo festa delle donne

Vorrei svegliarmi un giorno e scoprire che le “quote rosa” sono state solo un sogno.

Le “quote rosa”… così recita il dizionario enciclopedico Treccani:

“Provvedimento – generalmente temporaneo – volto a garantire la rappresentatività delle donne nei segmenti della classe dirigente di soggetti pubblici e privati (vertici aziendali, consigli di amministrazione, liste elettorali) attraverso la definizione di una percentuale minima di presenze femminili.”

Trovo questa alchimia normativa una vera e propria offesa alla dignità di genere sia femminile che maschile.

Una donna dovrebbe essere assunta, inserita nelle liste elettorali, lavorare e retribuita correttamente perché brava e capace e non perché donna.

Competenza, professionalità, impegno e motivazione non sono maschili o femminili, non hanno sesso; un equilibrio di rappresentanza di genere non può dirsi raggiunto perché imposto. Troppi incapaci (uomini e donne) sono scelti non per valore ma per appartenenza clientelare della più varia natura.

Altra cosa è combattere le discriminazioni per cui le donne faticano a ricoprire determinati ruoli o ad essere assunte. Le discriminazioni nei confronti delle donne lavoratrici non si dovrebbero combattere così ma con una sensibilizzazione ed un impegno quotidiano atti all’abbattimento degli stereotipi.

Le donne sono ancora oggi una delle categorie più vulnerabili in caso di crisi (economica, pandemica…) e detta situazione è confermata dalla disparità salariale (gener pay gap citato dal Prof. Draghi) su cui l’Italia detiene un triste record posizionandosi agli ultimi posti in Europa.

Appare dunque evidente che il sistema delle “quote rosa” sia uno strumento paternalista che di fatto ha fallito nel suo obiettivo primario: l’emancipazione.

Il valore di una donna non si può e non si deve misurare dalle “quote” bensì va corroborato da un supporto normativo atto a collocare la lavoratrice in una condizione di agio contrattuale e che stronchi sul nascere gli scandalosi “capestri” a cui spesso le lavoratrici. obtorto collo, soggiacciono.

Buona festa delle donne a tutte le donne che…mi supportano e mi sopportano!

Il Dirigente scolastico

Maurizio Primo Carandini